L’amministratore delegato di Citigroup, Vikram Pandit, ha individuato il metodo più immediato per rimettere in sesto i profitti della banca americana: purtroppo, si tratta di un metodo che non è indolore, visto che prevede il licenziamento di circa 4.500 dipendenti, un numero davvero impressionante, ma “giustificato” dalle ultime deboli performance aziendali. In effetti, il quarto trimestre di quest’anno sarà caratterizzato per l’istituto da un monte spese pari a quattrocento milioni di dollari, le quali andranno a coinvolgere anche questi tagli del personale. La cifra è di sicuro impatto, soprattutto se si pensa che alla fine di settembre la stessa Citigroup contava circa 267mila dipendenti nella propria struttura.
licenziamenti in serie
Citigroup, licenziamenti per ben tremila dipendenti
Citigroup, una delle principali banche degli Stati Uniti, non sta vivendo uno dei momenti più brillanti della propria storia: ne è una chiara conferma l’ultima decisione aziendale che i vertici sono stati costretti a prendere, vale a dire il licenziamento di oltre tremila dipendenti, una scelta che comunque era nell’aria, visto che l’amministratore delegato Vikram Pandit ha appena ridimensionato i costi per far fronte alla crisi e l’ambito occupazionale è sempre uno dei più colpiti in questi casi. Questi tagli, in particolare, costituiscono circa l’1% dell’intero staff di Citigroup, potrebbe sembrare una percentuale poco significativa, ma la stima è addirittura destinata a crescere, come confermato da alcune indiscrezioni anonime.
Sony mancherà il suo obiettivo di vendita di LCD già rettificato ad ottobre
Sony Corporation, seconda azienda al mondo per quanto riguarda la produzione di beni di consumo elettronici, potrebbe mancare l’obiettivo che si era prefissata in relazione alle vendite di televisori a cristalli liquidi, a causa, in particolare, dei bassi profitti ottenuti nel mercato europeo e nordamericano. Nello specifico, la compagnia asiatica aveva previsto la vendita di circa 16 milioni di televisori entro marzo 2009, ma il presidente Ryoji Chubachi ritiene la previsione lontana dal realizzarsi. Nel mese di dicembre si è infatti assistito a un drastico calo della fiducia dei consumatori statunitensi; anche nel Regno Unito tale fiducia è scesa al livello più basso dal 2004.