Eurispes: carovita, italiani sempre più poveri

L’Eurispes nel Rapporto Italia 2008, presentato a Roma, ha rilevato che soltanto un terzo delle famiglie italiane (esattamente il 38,2%) riesce ad arrivare alla fine del mese. In un anno è raddoppiata la percentuale dei nuclei familiari che ricorrono ai prestiti passando dal 5 al 10%. È quindi un’Italia sempre più povera quella descritta dal Rapporto Eurispes del 2008. Sono 5 milioni le famiglie a rischio povertà. Pochissime quelle che riescono ancora a risparmiare qualcosa alla fine del mese: il 13,6% contro il 25,8% del 2007 e il 27,9% del 2008. Venti milioni i lavoratori sottopagati.

Il 78,5% degli italiani nutre poi pessimismo e sfiducia nella situazione economica. Questo sentimento di pessimismo è il più alto registrato nel corso degli ultimi 6 anni. Soltanto il 10,9 % dei cittadini continua a guardare con speranza al futuro dell’economia italiana. L’istituto ha anche sondato la percezione degli italiani rispetto al caro-vita: per più di 9 italiani su 10 (il 19% in più rispetto all’anno precedente) nel corso del 2007 i prezzi sono aumentati.

Rilancio dell’economia: meno tasse e meno spese

Il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, ha invitato il governo a tagliare la spesa pubblica per poter mettere in atto sgravi fiscali. Secondo il governatore queste misure esplicano appieno il loro potenziale sull’economia solo se non portano a un aumento del debito pubblico, ragion per cui l’unico modo per compensare la riduzione delle tasse sarebbe diminuire la spesa pubblica.
Tagliare le tasse può essere utile per ridare fiato all’economia del Paese. Cruciale è favorire uno “scatto della produttività”: soltanto così sarà possibile favorire un rilancio di lungo periodo, questo perché riduzioni delle imposte hanno ovviamente un effetto positivo sui consumi e sul PIL, soprattutto se mirate alle famiglie con i redditi più bassi, che hanno una propensione al consumo più elevata.

Cina: stretta monetaria per frenare crescita

Il 2008 per la Cina sarà il sesto anno consecutivo di crescita, la previsione è del Centro d’informazione dello Stato, le cui stime sono riportate dal giornale Shanghai Securities News. Secondo lo studio, la crescita del surplus commerciale cinese dovrebbe ridursi a causa del “protezionismo straniero” (molte aziende cinesi sono bersaglio di inchieste antidumping), delle incertezze sull’economia Usa e del ridimensionamento degli incentivi fiscali agli esportatori (finora un soggetto straniero che decideva di intraprendere un’ investimento diretto in Cina, godeva di una serie di agevolazioni fiscali alquanto vantaggiose, soprattutto nei primi anni d’impresa). Tuttavia questo non frenerà la crescita del Paese asiatico, il Centro prevede infatti per l’anno in corso una crescita del Pil del 10,8%, contro il +11,5% del 2007.