Recessione economica profonda per la Russia

 Il primo trimestre del 2009 è stato archiviato dalla Russia con una forte contrazione del prodotto interno lordo, e con prospettive tutt’altro che rosee per l’intero 2009. Nello specifico, il PIL nel primo quarto del 2009, in accordo con il dato rilasciato ministero russo per lo sviluppo economico ed il commercio, ha fatto registrare un secco -7%, a conferma del fatto che la recessione economica è stata alimentata sia dal calo del prezzo delle materie prime energetiche, sia da valutazioni politico/monetarie sbagliate, ma anche da un eccessivo protezionismo.

Le stime sulla caduta del PIL russo nel 2009 sono tra le peggiori formulate dall’OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico; è prevista infatti per l’intero 2009 una contrazione del prodotto interno lordo del 5,6%, mentre per il 2010 l’OCSE prevede l’uscita dal tunnel della recessione economica con una crescita del PIL, seppur modesta, pari allo 0,7%.

ISTAT: nel 2008 PIL italiano ridotto dello 0,9%

 Notizie poco positive secondo le stime preliminari dell’ISTAT: nel quarto trimestre del 2008 il PIL è sceso dell’1,8% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% rispetto allo stesso trimestre del 2007. Un calo così considerevole non si registrava dal 1980 (anno in cui per la prima volta divenne possibile raffrontare le serie storiche). La situazione non migliora in Europa, la crisi sta avendo effetti sempre più disastrosi sulle economie delle nazioni: nel quarto trimestre del 2008 il PIL ha subìto un calo dell’1,5% sia nell’eurozona che nei Ventisette. Ecco i dati di alcuni Paesi europei: Germania -2,1%; Francia -1,2%; Olanda, -0,9%; Usa -1,8%; Gran Bretagna -0,2%.

Silvio Berlusconi commenta i dati, rammentando la sua preoccupazione per l’attuale crisi:

Advertising online in crescita: sconfiggere la crisi economica investendo in pubblicità

 Tempi di crisi? Non solo, o non sempre. La recessione è realtà, la recessione avanza. Cassa integrazione e disoccupazione aumentano, in Italia. I consumi si arrestano, e i saldi in corso vivono di analisi contrastanti. Insomma, la situazione non è rosea.

Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente dell’Upa, l’organismo associativo costituito dalle principali Aziende industriali, commerciali e di servizi che investono in pubblicità, col pessimismo non va d’accordo, anzi.

Nelle prime due settimane di dicembre, Mediaworld ha venduto 20 mila televisori a schermo piatto da 42 pollici. Vuol dire che la gente trascorre più tempo in casa davanti alla tv. Questa è un buona notizia per chi comunica attraverso questo mezzo. Inoltre, nel 2008 gli acquisti su Internet sono raddoppiati. Il regalo di Natale, perciò, si è comprato anche online. E questa è un’ opportunità per quella stampa che fa sinergie con la rete

Per l’economia della Gran Bretagna il 2009 è a rischio tracollo

 L’economia britannica potrebbe calare del 2,9% nel 2009, registrando la perfomance peggiore dal 1946. E’ questa l’ultima terrificante previsione di alcuni analisti sui risultati dell’economia del Regno Unito. Le misure promosse da Gordon Brown per far fronte alla crisi economica potrebbero perciò aver bisogno di nuovi interventi all’inizio dell’anno. Malgrado le esportazioni dovrebbero essere favorite dalla grande svalutazione della sterlina, che è ormai vicina alla parità con l’euro, si teme che i consumi all’interno del paese potrebbero avere un ulteriore peggioramento, dopo che diverse grandio catene di magazzini hanno registrato vistosi cali nelle vendite di Natale. Uno dei principali problemi poi riguarda il calo degli investimenti che secondo alcuni istituti di ricerca potrebbero avere un calo del 15% nella prima meta del 2009.

Obama sta pensando ad un intervento di 1000 miliardi di dollari per rilanciare l’economia

 La squadra del presidente eletto degli Stati Uniti Barack Obama sta valutando un robusto piano per rilanciare l’economia Usa, colpita dalla recessione, che potrebbe essere ben più ampio delle precedenti stime e raggiungere la cifra di mille miliardi di dollari in due anni. Questo almeno secondo quanto riporta il quotidiano Wall Street Journal. I collaboratori di Obama, che due settimane fa erano alle prese con un piano da 500 miliardi, oggi ritengono che la stima di 600 miliardi in due anni “sia molto bassa“, scriveva ieri il quotidiano, citando una fonte a conoscenza del dossier. La dimensione definitiva del pacchetto di incentivi dovrebbe dunque essere significativamente più alta, tra 700 e mille miliardi nei due anni, dato lo stato di gravissima difficoltà in cui versa l‘economia americana. Lo staff di Obama non ha voluto commentare le notizie sulle dimensioni economiche che avrà il provvedimento, tra aumento della spesa pubblica e riduzione delle tasse.

Anche il Giappone in recessione e al Fmi servono 100 miliardi di dollari

 Dopo l‘Europa anche il Giappone oggi è entrato in recessione mentre il Fondo monetario internazionale ha fatto sapere di aver bisogno di almeno 100 miliardi di dollari per combattere la sempre più grave crisi economica che sta minacciando il mondo. Nel frattempo, cresce l’attenzione per il settore dell’automobile, che sta attraversando un momento difficile: mentre il Senato americano inizierà a discutere oggi il piano di salvataggio, la Germania incontrerà i vertici di Opel, divisione di General Motors e la giapponese Toyota è finita sotto la lente di ingrandimento di un’agenzia di rating. I dati macroeconomici mostrano un Giappone, la seconda economia mondiale, che nel terzo trimestre scivola nella sua prima recessione negli ultimi sette anni mentre la crisi finanziaria ha ridotto la richiesta per le esportazioni giapponesi. La contrazione dello 0,1% registrata nel Paese nel trimestre luglio-settembre è stata peggiore del previsto. In termini annualizzati il Pil del Giappone è calato dello 0,4% tra luglio e settembre, deludendo attese che indicavano un progresso dello 0,3%.

Il rallentamento cinese un rischio da tenere sotto controllo

 Gran parte dei paesi occidentali stanno attraversando un periodo recessivo. Il PIL complessivo d’Europa ha registrato una contrazione dello 0,2% nell’ultimo trimestre, replicando un andamento simile ottenuto nei tre mesi precedenti.  A fronte di un ciclo economico in contrazione nei paesi sviluppati, l’economia cinese continua ad espandersi, seppur a ritmi rallentati.  A quanto affermano le stime ufficiali, il pil cinese dopo un ciclo di crescita a doppia cifra durato cinque anni, ha segnato un rallentamento, crescendo nel terzo trimestre di “solo” il 9%, il tasso più basso degli ultimi sette anni. Una crescita del 9% è certo ben distante dall’avvicinarsi alla zona recessiva: vista la struttura economica, alimentata in passato da massicci investimenti industriali a servizio della produzione di gran parte del mondo, un rallentamento della Cina fa nascere serie preoccupazioni.