Obiettivo puntato su Intesa Sanpaolo, l’agenzia di rating Fitch ha rivisto l’outlook sulla banca da stabile a negativo (peggioramento esteso anche alla controllata Banca Imi), a causa della situazione di incertezza in cui versa il nostro Paese e delle conseguenti prospettive dell’economia italiana. Confermato invece il rating a lungo al livello “AA-“, quello a breve a “F1+” e il rating di efficienza finanziaria a “aa-“. Il taglio del giudizio, secondo quanto riferito dall’agenzia di rating, é dovuto al fatto che i tassi degli impieghi resteranno probabilmente bassi mentre i costi di raccolta sono aumentati per effetto dell’andamento del mercato.
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S&P taglia rating di 11 enti locali
Le parole di Moody’s si sono rivelate profetiche: l’ultima manovra del Governo rischia di avere conseguenze negative sul rating delle Regioni e dei Comuni italiani, aveva sottolineato l’agenzia di rating e il giorno dopo Standard & Poor’s ha deciso di tagliare il giudizio sul debito italiano, declassandolo da A+ ad A. Due giorni fa é poi tornata a parlare Standard and Poor’s tagliando il voto a 11 enti locali che passano da A+ ad A. Le province che hanno subìto il declassamento sono: Mantova e Roma, le Regioni Sicilia, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Umbria e Marche, e ancora Genova, Bologna e Milano. Anche Torino ha subìto un giudizio poco clemente: rivisto da stabile a negativo l’outlook, seppur ad A il rating sul debito a lungo termine.
Il sistema bancario italiano é solido
È stata questa l’affermazione del commissario Ue alla Concorrenza Joaquin Almunia, il quale ha definito il sistema bancario italiano “una fortuna per il paese” la cui solidità forse proteggerà il Belpaese dai rischi di liquidità che potrebbero invece derivare dall’incertezza nei mercati relativamente al debito pubblico italiano. Nonostante quindi il peggioramento della crisi sui debiti pubblici e le continue tensioni sui mercati di rifinanziamento, l’impatto sul sistema bancario potrebbe essere irrilevante, anche se non é da escludere in futuro la necessità di ulteriori ricapitalizzazioni per le banche nostrane, oltre a quelle già evidenziate per i nove istituti che non hanno superato i passati stress test in Europa.
Moody’s e rating Italia: giudizio rinviato
La situazione dell’Italia rischia di peggiorare il giudizio di Moody’s, una delle agenzie più importanti del mondo potrebbe declassare il rating del nostro Paese. La decisione avrebbe dovuto essere presa in questi giorni, ma sembra che l’agenzia di rating abbia deciso di rimandare di un mese. Moody’s si è quindi presa più tempo per stabilire se abbassare o meno il voto sull’affidabilità creditizia dell’Italia, che attualmente si trova al livello di “Aa2”. La motivazione di questo rimando sta nella sua situazione di incertezza in cui versiamo, la quale ha spinto Moody’s ad attendere qualche tempo prima di aggiungere a una conclusione definitiva.
Banche francesi sotto pressione, le tensioni di mercato
In tutta Europa si sta verificando una situazione di down: i titoli delle principali banche francesi sono in netto calo su voci di un possibile downgrade da parte di Moody’s. L’agenzia di rating che in questo ultimo periodo non ha risparmiato declassamenti a nessuno, potrebbe stavolta mettere sotto l’obiettivo BNP Paribas, Credit Agricole e Societe Generale, che infatti cedono oltre il 10% a fronte del calo del 4% circa registrato dall’indice Stoxx di riferimento. Anche in Italia la situazione risente di questo clima di incertezza. Sotto la lente oggi la Popolare Milano (-3,18%), Unicredit (-5,71%), Intesa Sanpaolo (-4,22%) e Mediolanum (-2,51%).
Moody’s: possibile downgrade per l’economia italiana
Che la situazione italiana fosse critica ormai se ne erano accorti in molti. Evidentemente la situazione é più negativa di quanto potessimo pensare perchè la condizione dell’Italia sui mercati internazionali probabilmente subirà un peggioramento. Arriva in queste ore un monito da Moody’s, l’agenzia di rating tiene i nostri titoli in osservazione, a causa del contesto politico ancora incerto che tarda a ratificare interventi strutturali. L’ultima valutazione era ferma ad Aa2, ovvero rating alto e qualità più che buona, e anche se il titolo non è fra i prime, cioè tra quelli massimamente sicuri, non è certamente negativo. Moody’s però ha tenuto a precisare che il voto dell’Italia è sotto revisione per un possibile downgrading dal 17 giugno scorso e che le operazioni di revisione durano in medie tre mesi.
Rating del Giappone ridotto ad AA3
Periodo di giudizio per alcune importanti economie mondiali. Dopo il declassamento storico degli Stati Uniti e le successive polemiche e indagini da parte del dipartimento di Giustizia, ora tocca al Giappone. Moody’s ha abbassato di un gradino il rating, passato ad Aa3, del debito a lungo termine del Giappone a causa del massiccio indebitamento del Paese giallo, che ricordiamo ha subito un ulteriore aggravio a causa del terremoto nel nordest dell’11 marzo. Il Giappone è indebitato a un livello circa due volte superiore al suo prodotto interno lordo (Pil) e la somma aumenta ogni anno. Il Paese infatti continua a emettere buoni del tesoro per coprire le spese. Solo pochi mesi fa Moody’s aveva avvertito della possibilità di un taglio della AA2 del rating giapponese, a causa dei timori sulla crescita economica.
Ancora tagli per il Pil USA
Continua la vicenda che vede protagonisti l’outlook statunitense e le varie agenzie di rating. Dopo la deuncia da parte della commissione di Giustizia americana su Standard & Poor’s (rea di aver concesso un giudizio AAA troppo clemente verso una delle più grandi economie mondiali), sembra che il timore di guai giudiziari abbia colto altre agenzie d’oltreoceano. A meno di due settimane di distanza dal downgrading, il Dipartimento di Giustizia ha infatti messo sotto indagine l’agenzia S&P. In particolare si tratta di rating elevati assegnati agli strumenti finanziari legati ai mutui subprime, titoli tossici che sono stati ritenuti la principale causa della crisi finanziaria del 2008. La notizia è stata riportata da Il New York Times che ha sottolineato il fatto che l’ indagine proseguirà nelle prossime settimane.
Disoccupazione Usa oltre le attese
Nonostante il giudizio positivo di Fitch e di Standard & Poor’s (tra l’altro sotto la lente del dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti che ha avviato un’indagine per verificare se l’agenzia di rating ha assegnato giudizi in maniera impropria) la situazione non sembra essere delle più rosee per una delle maggiori economie mondiali. L’ultimo dato riguarda l’occupazione: crescono oltre le attese le richieste per nuovi sussidi di disoccupazione presentate la scorsa settimana negli Stati Uniti. Le domande per ricevere sussidi statali per la perdita del lavoro sono cresciute precisamente di 9.000 unità, arrivando alla quota destagionalizzata di 408.000 unità, secondo i dati del Dipartimento del Lavoro. Gli economisti avevano previsto che i nuovi sussidi sarebbero stati inferiori alle 400.000 unità.
Dipartimento di Giustizia indaga su giudizio rating e titoli tossici
In effetti a qualcuno era sembrato un po’ eccessivo il giudizio AAA di Fitch confermato per gli Stati Uniti, che ha sottolineato la flessibilità monetaria e dei tassi di cambio USA che aumentano la capacità dell’economia di assorbire gli shock. L’agenzia ha inoltre promosso tacitamente l’accordo sulla riduzione del deficit raggiunto in extremis dal Congresso americano. Standard & Poor´s era stata un po’ più cauta e aveva espresso un giudizio AA+, ma sembra che la situazione non sia così rosea, o almeno questi sono i sospetti. Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha avviato un’indagine su Standard & Poor´s per verificare se l’agenzia di rating ha assegnato giudizi in maniera impropria o comunque troppo clemente.
Outlook USA, per Fitch rating AAA
Fitch ha confermato il rating AAA per gli Stati Uniti, promuovendo tacitamente l’accordo sulla riduzione del deficit raggiunto in extremis dal Congresso americano, mantenendo stabile anche l’outlook al massimo livello di fiducia. La conferma, come ha voluto subito sottolineare un portavoce del Tesoro, ribadisce quanto sia importante che il Congresso vari iniziative aggiuntive per risolvere i problemi di bilancio di lungo termine per mantenere il nostro outlook. Tuttavia, nonostante il giudizio positivo, ci potrebbero essere cambiamenti in futuro, a seconda degli sviluppi al Congresso e nell’economia Usa in generale. È stata la stessa agenzia di rating a minacciare una revisione al “negativo” alla fine dell’anno, qualora la commissione bipartisan incaricata di tagliare la spesa pubblica di 1.500 miliardi di dollari non lanci prontamente una manovra di intervento.
Crisi del debito: Moody’s infierisce sull’Irlanda
Il 2011 è l’anno della crisi dei debiti sovrani, indubbiamente, così come è l’anno delle Agenzie di rating, protagoniste con i loro giudizi nel bene e nel male. E così, mentre il Governo italiano sembra pronto a stringere i tempi sulla manovra, per approvarla in Parlamento in tempi brevissimi, nel frattempo Moody’s è tornata a “squillare” declassando il rating sul debito dell’Irlanda a “junk”, ovverosia a livello di titoli spazzatura.
Rischio Italia: Ft sul settore bancario
Quella di ieri è stata una giornata di passione per i titoli del debito pubblico italiano, i cui rendimenti sul mercato, rispetto a quelli tedeschi, hanno fatto registrare un sostanziale allargamento. Oggi la situazione è decisamente più tranquilla, anche perché ieri il Tesoro, sebbene con rendimenti in sensibile aumento, è riuscito a piazzare senza patemi i Bot ed i Ctz in base alle aste già programmate.
Grecia default: nuovi prestiti Ue per evitarlo
La Grecia per evitare il default, ovverosia la ristrutturazione del proprio debito sovrano, con conseguenze nefaste per l’euro e per le economie del Vecchio Continente, ha bisogno di nuovi aiuti, ovverosia di nuovi prestiti da parte dell’Unione Europea e dell’FMI, il Fondo Monetario Internazionale.