Da qui al prossimo mese di novembre del 2011, sul sito Internet dell’Unione Europea, saranno pubblicati ben 53 bandi finalizzati al sostegno dell’innovazione attraverso la ricerca. La dotazione finanziaria di tutti questi bandi ammonta a ben 7 miliardi di euro, ed è a valere sul Programma Quadro dall’anno 2007 all’anno 2013.
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Microsoft-Yahoo ancora possibile
Il secondo e il terzo motore di ricerca al mondo (il primato é mantenuto sempre da Google), potrebbero giungere ad un accordo. Steve Ballmer, amministratore
Ancora on line i redditi degli italiani
I redditi degli italiani rimangono online e sono ancora consultabili, si può accedere alle dichiarazioni dei contribuenti relative al 2005 impostando una semplice ricerca da
Fuga di cervelli: ISSNAF promuove scambio di conoscenze tra Europa e America
Spesso ne sentiamo parlare, cosa si intende per fuga di cervelli? Essa rappresenta propriamente il fenomeno dell’emigrazione, verso paesi stranieri, di persone ad alta specializzazione professionale, ovvero il cosiddetto capitale umano. Quando ebbe inizio questo fenomeno? La prima stagione fu quella associata alla seconda guerra mondiale, quando a causa delle leggi razziali del 1938 l’Italia perse molti cervelli. I nomi tantissimi, tra i più popolari: Enrico Fermi, Bruno Rossi. Da Torino subito dopo la guerra partirono tre giovani biologi, allievi di Giuseppe Levi, destinati a vincere, negli Usa, altrettanti premi Nobel : Salvatore Luria, Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini. Dopo la guerra iniziò una breve stagione di rinascita, durante la quale molti scienziati italiani partivano, ma molti scienziati stranieri venivano nel nostro paese: il premio Nobel inglese Boris Chain e lo svizzero Daniel Bovet, che otterrà il Nobel per attività di ricerca svolte in Italia.
Da allora l’Europa è la più grande “fabbrica di cervelli” del mondo. Essa continua oggi a produrre più laureati nelle discipline scientifiche e tecnologiche che gli Stati Uniti e il Giappone. Tuttavia, oggi le migliori eccellenze prendono la via per gli Usa, e quasi mai tornano a casa, preferendo continuare la carriera in America, dove chi ha talento viene davvero premiato. L ‘Università italiana forma giovani aspiranti ricercatori che la stessa Università, gli Enti pubblici di ricerca e, soprattutto, l’industria non riescono ad assorbire. Per questa ragione, i nostri scienziati preferiscono partire all’estero.