L’oro ha toccato un nuovo record a Londra con la consegna a febbraio a 926,50 dollari, in conseguenza al peggioramento dell’economia Usa, la crisi del dollaro e i timori dei tagli alla produzione in Sudafrica. Oltre all’oro è schizzato al massimo anche il platino, che nelle contrattazioni spot ha toccato il record storico di 1,702 dollari l’oncia. La corsa dell’ultimo anno dei metalli preziosi e soprattutto dell’oro (+30%) non è certo destinata ad interrompersi. Secondo gli esperti il platino ha il potenziale per oltrepassare i 1800, a causa di probemi sindacali e tecnici incontrati dal primo produttore mondiale di platino, il Sudafrica che copre l’80% della produzione globale.
L’alto valore del platino è dato innanzitutto dai tempi e costi per produrre una sola oncia: servono 10 tonnellate di minerale e 5 mesi di raffinazione. Il platino è anche considerato molto profittevole, soprattutto in periodi di crisi, in quanto,diversamente dall’oro, è libero dalle manipolazioni delle banche centrali e dalla valenza monetaria. La maggior parte della produzione sudafricana inoltre proviene da una singola miniera, la Bushveld; la produzione di platino è quindi strettamente legata ai problemi di estrazione che con il tempo aumentano sempre di più in proporzione all’aumento della profondità a cui estrarre il prezioso metallo. Il rialzo è andato avanti anche nel periodo precedente alla crisi: dal 2001 il prezzo è praticamente triplicato a causa dell’aumento della domanda di gioielleria proveniente da paesi come la Russia, l’India, la Cina e i paesi arabi.