Nuove dimissioni in Telefonica, oramai alle prese con un’emorragia difficilmente arginabile. Il presidente della segreteria generale della società, Luis Abril, uno degli uomini di massima fiducia del presidente del consiglio di amministrazione Cesar Aliera, ha infatti scelto di lasciare la compagnia, facendo quindi seguito alla identica decisione applicata da parte del responsabile delle risorse umane, dal numero 1 del controllo interno e dal capo del marketing.
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Affaire Telefonica-Vivo: gli iberici potrebbero cedere quota di PT
I media di tutta Spagna, e non solo, sono scatenati nel fornire delucidazioni in merito all’ultima mossa di Telefonica per quel che concerne l’acquisizione dell’operatore
Telefonica aumenta offerta per partecipazione indiretta in Vivo
Il gigante spagnolo delle telecomunicazioni Telefonica ha deciso di “addolcire” la propria offerta per una partecipazione indiretta di Portugal Telecom SA in Vivo Participacoes: il
Telecom Italia: Cgil contraria a dividendi ed esuberi
Durante l’assemblea degli azionisti di Telecom Italia, è stato organizzato un presidio dei lavoratori contro gli esuberi già annunciati dall’ex operatore monopolista. A darne notizia
Telefonica diventa ancora più cinese con l’8% in Unicom
Telefonica, la nota azienda spagnola di telefonia, sta prendendo ulteriori lezioni di cinese: il rafforzamento della compagnia in territorio asiatico si sta realizzando grazie all’alleanza
Telecom Italia: tanti i pretendenti per Hansenet
Procedono a fari spenti per Telecom Italia le trattative per la cessione della divisione tedesca Hansenet; in accordo con quanto riportato dal quotidiano finanziario spagnolo
T-mobile ambita da Vodafone e Telefonica
L’acquisizione di T-Mobile, controllata di Deutsche Telekom nel Regno Unito sempre appetibile per molti. Dopo Vodafone, ha destato interesse anche a Telefonica e France Telecom
Accordo Vodafone-Telefonica per la condivisione delle reti di telecomunicazione mobile in Europa
Vodafone e la spagnola Telefonica hanno annunciato la decisione di integrare le loro reti di telecomunicazione mobile in alcuni Paesi di competenza. Nello specifico l’accordo tra i due operatori prevede la condivisione delle infrastrutture in Spagna, Germania, Irlanda e Gran Bretagna per un risparmio decennale di circa centinaia di milioni di euro. Scopo principale dell’intesa è quello di far fronte alla crisi economica attraverso la cooperazione e il conseguente abbattimento dei costi. Previsti vantaggi anche per i clienti delle due compagnie:
Telefonica e Vodafone approfitteranno dei loro accordi per facilitare la diffusione delle loro rispettive reti, migliorando allo stesso tempo la qualità del servizio a lungo termine per i loro clienti e l’esperienza dell’utente di telefonia mobile, portando l’offerta di servizi come la banda larga mobile a un maggior numero di clienti su una maggiore area di copertura.
Telecom Italia, si avvicina il piano industriale. Rete fissa, rete mobile e TIM Brasil sotto i riflettori
Non manca molto al 2 dicembre, giorno in cui si riunirà il CDA di Telecom Italia per discutere delle attività brasiliane e del piano industriale 2009-2011. Due incontri, uno di mattina e uno di pomeriggio, vedranno l’impresa ex monopolista italiana di fronte a scelte importanti per il proprio futuro. Al cda della mattina sarà esclusa Telefonica e l’argomento principale saranno i risultati e le prospettive di TIM Brasil dopo la recente riduzione delle previsioni per il 2008. Il pomeriggio invece si parlerà del piano industriale e potrebbero arrivare importanti novità. Si vocifera infatti che Telecom Italia stia pensando ad importanti cessioni di asset per reperire liquidità.
In ribasso le Borse europee: per il Mibtel -1.21% nel giorno di Barack Obama
L’evento che ha tenuto banco nel corso della giornata odierna è stato, senza alcuna ombra di dubbio, l’elezione di Barack Obama a Presidente degli Stati Uniti d’America. “E’ iniziato il cambiamento”, titolavano oggi i maggiori quotidiani americani, “cambia il colore del mondo” ma pure “Yes we can”, riproponendo il beneaugurante – a questo punto lo si può dire davvero – motto del 44esimo capo di Stato a stelle e strisce. Anche nei palazzi di Borsa mondiali – come è ovvio – si attendeva con ansia l’effetto che avrebbe garantito il proclamation-day, con la convinzione che le piazze Affari del mercato globale non hanno mai disdegnato i cambiamenti e le novità, pur valorizzando – come è risaputo – l’equilibrio sostanziale.
Telecom Italia si allontana dai minimi: voci di Opa e di cessioni di asset
Nelle ultime due giornate di contrattazioni Telecom Italia ha decisamente sovraperformato il listino guadagnando il 7,5% ed allontanandosi quindi dai minimi degli ultimi anni. Anche stamani in apertura il titolo è positivo, non sembra quindi finito il movimento rialzista. Vediamo però con ordine cosa è successo e se è possibile che dietro gli acquisti di questi giorni non ci siano semplici investitori. Il titolo naviga intorno ai minimi degli ultimi 10 anni, evidenziando per adesso la completa inefficacia dell’operazione Telco dell’anno scorso con cui Pirelli aveva ceduto il controllo della società (gli azionisti di Telco avevano pagato le azioni 2,85€, adesso il titolo è a quota 1,1€).
Il rebus Telecom sembra non conoscere soluzione: necessario aumento di capitale?
Dopo aver toccato i minimi da dieci anni, sempre più vicino alla soglia di 1 euro il titolo Telecom Italia stenta a recuperare fiducia negli investitori. E d’altra parte sembra la sempre più intricata questione sul futuro assetto aziendale, dopo le dichiarazioni di uno dei principali soci, Gilberto Benetton, comincia ad assumere quasi i toni della farsa verso chi, in questi anni ha scommesso sull’azienda e fino ad ora è rimasto clamorosamente scottato.
Le affermazioni di Benetton, mercoledi, infatti erano sembrate chiare ed inequivocabili, affermando senza mezzi termini che prima o poi Telecom Italia dovrà fare un aumento di capitale e in quell’occasione la sua famiglia potrebbe decidere di non sottoscrivere, diluendo la propria quota. Le secche smentite subito giunte dai vertici aziendali non hanno assolutamente convinto i mercati, che sembrano ormai voler punire il titolo proprio e soprattutto per la sua mancanza di chiarezza circa il prosieguo del percorso aziendale.