Anche se alla data del 27 gennaio – termine ultimo per l’esercizio dei diritti di opzione – manca ancora ben più di qualche ora, dalle parti di Unicredit trapela un sentimento di soddisfazione in merito all’esito dell’aumento di capitale cui la banca di Piazza Cordusio ha dovuto ricorrere al fine di ripatrimonializzare le proprie strutture, e rispettare così le onerose indicazioni fornite negli scorsi mesi dall’European Banking Association, l’autorità che rappresenta gli istituti bancari a livello europeo.
L’aumento di capitale, del controvalore complessivo di 7,5 miliardi di euro, sembrerebbe infatti accingersi verso un completo esaurimento. I primi commenti in tal senso si sono avuti sabato mattina, quando – cioè – la banca è entrata in possesso delle prime analisi tempestive in merito all’andamento delle vendite dei diritti di opzione, che potevano essere ceduti (in cambio di un controvalore monetario) entro le ultime ore di venerdì.