Stavolta l’amministrazione Obama ha preferito rimanere in silenzio: la diatriba valutaria con i cinesi è in corso da tempo, eppure in quest’ultima occasione l’ex Impero Celeste non è stato accusato di aver manipolato la propria divisa, lo yuan, nonostante la sua svalutazione sia ancora una realtà concreta e qualche pressione deve comunque essere esercitata in tal senso. Il Tesoro americano si è dovuto relazionare col Congresso tramite il suo rapporto semestrale sulle politiche monetarie dei principali partner; l’intento è quello di garantire una maggiore flessibilità proprio per quel che concerne lo yuan, ma i toni sono molto più bassi rispetto ai mesi scorsi.
yuan svalutato
Yuan svalutato, si rischia la guerra commerciale tra Usa e Cina
Il Senato americano ha fatto passare una legge volta a punire la Cina e le sue svalutazioni monetarie: l’ex Impero Celeste sta mantenendo da tempo la propria valuta, lo yuan, a livelli molto bassi, un atteggiamento che ha indispettito in diverse occasioni gli Stati Uniti, preoccupati per gli effetti negativi che queste misure potrebbero provocare al commercio mondiale. Il testo normativo in questione è stato approvato con 65 voti favorevoli e 35 contrari e dovrebbe consentire alle compagnie a stelle e strisce di imporre alcuni dazi, in modo da compensare questi squilibri valutari. Lo speaker della Camera, John Boehner, ha però bollato il provvedimento come “estremamente pericoloso”, dunque vi sarà battaglia prima che questa possa diventare una vera e propria legge.
Usa: lo yuan svalutato non è una manipolazione monetaria
Stati Uniti-Cina, va in scena un nuovo episodio del confronto tra le due prime economie mondiali: stavolta, l’occasione propizia è stata rappresentata dal rapporto del Dipartimento del Tesoro al Congresso, un documento che ha messo in luce una posizione ben precisa degli americani sulla finanza cinese. In particolare, Pechino avrebbe posto in essere dei progressi insufficienti per quel che riguarda un apprezzamento rapido dello yuan, ma comunque non c’è alcun riferimento alla vera e propria manipolazione monetaria.