Negli ultimi anni sono stati immessi sui mercati nuovi strumenti finanziari, dalle condizioni vantaggiose e dall’utilizzo semplice: gli ETF.
In cosa consistono? Innanzitutto, l’acronimo sta per Exchange-Traded Fund e si tratta di strumenti che replicano il valore di un mercato sottostante.
Senza entrare nella terminologia specifica, e in complicate digressioni, analizziamo direttamente la sostanza, ovvero il loro funzionamento:
l’investimento diretto nei mercati mondiali può diventare particolarmente oneroso in termini di commissioni, piattaforme, conti titoli, e considerando che non tutte le banche sono in grado di offrire un “parco” di strumenti adeguato ad una strategia che richiede una forte diversificazione del capitale investito, i problemi iniziano a diventare esagerati.
Gli ETF vengono in soccorso ai clienti desiderosi di attuare una strategia diversificata a livello globale, offrendo la possibilità di agire direttamente su strumenti che replicano alla perfezione i loro sottostante alle seguenti condizioni:
– In regime amministrato, le plusvalenze sono tassate al 12,5%;
– negoziazione continua durante tutta la sessione, al pari delle azioni;
– varietà di mercati sottostanti, che includono indici, commodities e quant’altro di tutto il mondo;
– costi di gestione contenuti.
Focalizzando gli ultimi due punti, si può intuire la vera forza degli ETF: ipotizzando la volontà di investire nel paniere italiano S&P-MIB40, l’unica possibilità ad ora conosciuta era quella di acquistare le azioni del paniere stesso in numero ponderato secondo il peso che le stesse hanno all’interno del paniere, con evidenti costi commissionali elevatissimi. L’alternativa, sarebbe stata quella di affidarsi a prodotti derivati (come ad esempio il future sull’S&P-MIB) caricandosi di un rischio in aggiunta ai problemi di roll-over dei contratti, senza contare l’impossibilità di “misurare” l’entrata in base al proprio capitale.
Con gli ETF, semplicemente si può acquistare un numero a piacere di ETF con sottostante l’indice S&P-MIB, con la possibilità di “dosare” il capitale da dedicarvi oltre al risparmio commissionale.
L’evoluzione di questi strumenti, è giunta ad un livello ottimale con l’immissione degli ETF-Short: mentre quelli fin’ora emessi consentivano esclusivamente entrate rialziste sul mercato, i nuovi arrivati consentono la speculazione ribassista degli eventi: in parole povere, compriamo l’ETF-Short, e realizziamo guadagni se il sottostante scende. Mentre lo short sulle azioni richiede il pagamento di prestito titoli, l’investimento al ribasso mediante ETF-Short è “gratuito” ad esclusione delle spese di commissione.