Alla Cina da un bel pezzo il dollaro sta stretto. Buona parte delle riserve detenute dal Paese sono infatti in dollari, è non piace di certo la svalutazione del biglietto verde ed il fatto che il dollaro rappresenti per il momento l’unica “vera” valuta di riferimento. La Cina ha così colto l’occasione, nel corso del G8, e nel momento in cui il Summit è stato allargato al G5, per pensare e proporre a livello mondiale ad una riforma, seppur graduale, del sistema valutario in modo tale da garantire una maggiore stabilità dei cambi. Il nuovo “affondo” è stavolta arrivato da Dai Bingguo, consigliere di Stato cinese, ma chiaramente il tutto sta avvenendo con molta cautela visto che la delegittimazione della leadership del dollaro comporterebbe una svalutazione ulteriore per le riserve valutarie della Cina. A questo punto, è lecito chiedersi se in un accordo definitivo sul clima i Paesi emergenti non propongano come “merce di scambio” una riforma, seppure “soft”, del sistema valutario.
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